In questi giorni di isolamento forzato tutti noi siamo stati travolti da un’ondata di messaggi via TV e via social rispetto alla gravità della situazione in atto.
Amici e colleghi che ci girano video e articoli informativi di approfondimento, storie di situazioni umane disperate di chi combatte in ospedale come operatore o come paziente. Per non parlare dei messaggi audio e video che gridano al complotto o che forniscono informazioni segrete sulla situazione che “nessuno ci vuole dire”.
Anche se inizialmente parte di queste condivisioni ci hanno aiutato a comprendere la severità del problema, ciò che sta accadendo ora è che la maggior parte delle persone ha iniziato a provare una sensazione di vero timore nei confronti di questa situazione, che in alcuni casi sfocia in un senso di ansia e angoscia.
Ciò che è importante sapere è che quando ci troviamo di fronte ad un timore, ciascuno di noi mette in atto dei comportamenti per cercare di gestire la sensazione di ansia o paura che prova. In termini tecnici, questi comportamenti vengono chiamate “tentate soluzioni”.
Ciò che accade però è che alcune di queste soluzioni adottate non fanno altro che peggiorare la percezione del problema che ci troviamo ad affrontare.
Uno dei principali comportamenti messi in atto che non fanno altro che peggiorare la nostra sensazione di ansia e paura consiste nel “divulgare il timore”.
A questo proposito il bravissimo collega Alessadro Bartoletti scrive: “Comunicare la paura è il più potente amplificatore di sensazioni a nostra disposizione perché trasforma il terrore in realtà“
Ecco che quindi, in questo momento, questo continuare a condividere la preoccupazione e la nostra ansia con altri attraverso messaggi, post e chat, questa ossessiva ricerca e condivisione di informazioni non fa altro che amplificare la nostra sensazione di paura e quella quella altrui.
Cosa fare quindi? In questo caso ci viene sorprendentemente in aiuto un video del noto conduttore televisivo Alessandro Cattelan in cui mi sono imbattuto un paio di giorni fa, (vedi il link qui sotto) in cui dice “… quando verranno i momenti in cui sarete presi dallo sconforto… ficcatevi le mani in tasca e resistete alla tentazione di condividerlo con gli altri…“
Ecco il link al video: https://www.youtube.com/embed/syH2Ic2lKGs?autoplay=1&start=16&end=108
In questo periodo non ci potrebbe essere messaggio più azzeccato. Condividere con amici e conoscenti la propria negatività e le proprie preoccupazioni in modo fine a se stesso, sembra inizialmente darci sollievo ma in realtà ottiene solamente l’effetto di amplificare la nostra preoccupazione e la nostra ansia.
E come è noto, se da un lato, provare un po’ di ansia per un periodo limitato di tempo ci fa essere maggiormente all’erta e attenti alla situazione, dall’altro un eccesso di ansia e attivazione ha conseguenze deleterie a livello psicologico e fisico, come purtroppo sanno bene gli operatori che stanno lavorando in questo momento negli ospedali.
La prima cosa da fare quindi è quella di agire in modo responsabile imparando a gestire da soli i propri timori e le proprie paure senza rovesciarli addosso agli altri. Se si pensa di non essere in grado di farlo, allora la cosa migliore è quella di rivolgersi ad un professionista che ci aiuti in questo senso.
Ma quindi ci dobbiamo isolare dai contatti esterni? Certo che no, in questo momento è più importante che mai mantenere le relazioni con i nostri affetti e dare una parola di conforto a chi sappiamo essere in difficoltà.
Tuttavia, la responsabilità personale passa per il renderci conto che ogni nostra parola ed ogni nostro gesto hanno un effetto e che, proprio come il virus ci usa come veicoli per la propria diffusione, dobbiamo evitare di diventare noi stessi dei veicoli di diffusione della paura.
Dott. Michele Salvagno
Psicologo Psicoterapeuta a Bussolengo (VR)